PRIMA KHUTBAH DI SHA’BAN – 3-VIII-1441

Nel nome di Allàh, il Sommamente Misericordioso

il Clementissimo.

As-salàmu ‘alày-kum wa rahmatu-llàh

Unicamente Allàh, l’Altissimo, ha da esser il Destinatario di ogni Lode

ed è per questo, che noi, suoi servi fedeli, a Lui soltanto la nostra lode innalziamo;

e soltanto di Lui, l’Onnipotente, noi nel bisogno invochiamo il soccorso;

soltanto a Lui, il Misericordioso il Clementissimo, va, in ogni caso, il nostro ringraziamento;

soltanto a Lui noi chiediamo protezione dalle nostre passioni e dalle nostre trasgressioni.

Soltanto a Lui, noi suoi servi chiediamo perdono e a Lui chiediamo di guidarci sul retto sentiero e di non farci da esso deviare.

Infatti chi solamente colui che è guidato da Allàh cammina sul sentiero della rettitudine, che a Lui conduce, mentre per colui che Allàh non guida, non troverai maestro capace di portarlo sulla retta via.Egli, rifulga lo splendor della Sua Luce, è la Luce dei cieli e della terra.

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Rendo testimonianza che non c’è divinità tranne Allàh, l’Uno, l’Unico e Uni-personale, il Quale non generò né fu generato il Quale non ha compartecipi nella Sua divinità.

Rendo testimonianza che Muhàmmad, Allàh lo benedica e l’abbia in gloria è Apostolo e Messaggero di Allàh, dal Quale, rifulga lo splendor della Sua Luce, fu inviato come Misericordia per tutti gli universi con la visione reale del mondo e il Codice di vita, che offre all’uomo l’unica via da percorrere per ottenere la salvezza dal fuoco, non senza il concorso decisivo della Misericordia di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce. O Allàh, benedici ed abbi in gloria il Tuo servo e apostolo Muhammad, i suoi Familiari e i suoi Compagni, che Allàh si compiaccia di loro.

Quanto sopra premesso.

Ancelle e Servi del Sommamente Misericordioso,

Da due giorni siamo entrati nel mese di Sha’bàn dell’anno 1441 dell’Egira.

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Nel mese di Sha’ban, il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, nostro maestro di vita e modello d’Islàm, eseguiva frequenti digiuni supererogatori, per cui sull’esempio di lui, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, è fonte di merito, nell’attesa dell’ arrivo del mese benedetto di Ramaḍān, che il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, chiamò ««il signore dei Mesi»», eseguire digiuni supererogatori.

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Innumerevoli sono i Musulmani che in questo mese esprimono il loro sentimento d’amore per il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, digiunando, benché il digiuno in shà’bàn sia facoltativo. E ciò lo fanno perché la dolcezza della fede la gusta colui che ama Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, e il Suo Apostolo al di sopra di ogni altra cosa al mondo.

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Molti si preparano a fare veglia di adorazione in Làylatu-l-barā‹ah [la notte della liberazione dal Fuoco], tra il 14° arco diurno e il 15° arco diurno di questo mese.

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Nella veglia di adorazione della notte della liberazione dal Fuoco si esegue la pratica del Ricordo [dhìkr] di Allah, sia gloria a Lui l’Altissimo, e del Suo Apostolo, cha Allàh lo benedica e l’abbia in gloria; e ciò dopo il rito di adorazione calar della notte [ṣalātu-l-’ishā‹].

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In questa notte i veglianti in adorazione, che Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, li ricompensi come meritano, recitano per tre volte la Sura Yāsīn e dopo ogni volta, recitano uno speciale du`ā‹ con l’intenzione di essere beneficiati da Allàh, l’Altissimo, con una lunga vita, di essere preservati dalle calamità e di essere sempre consapevoli che il servo fedele non ha bisogno di altri, all’infuori di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce.

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Quando, ormai all’orizzonte del tempo, l’atteso Ramaḍān, il Santo Mese del Digiuno appare non lontano, i fedeli invocano Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, affinché li faccia giungere a esso per acquistarne i benefici che Egli, sia gloria a Lui l’Altissimo, dispensa, generosamente, ai digiunanti e si preparano spiritualmente a riceverlo.

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Anche il mese di Sha’bàn scorrerà e ogni giorno che passa si allontana nel passato con quello che abbiamo fatto e con quello che non abbiamo fatto, per ripresentarsi nel Giorno del Giudizio.

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Facciamo in modo esso si presenti con un ricco bottino di opere buone da rovesciare nel piatto della bilancia delle nostre azioni. completamente spoglio di errori nel comportamento e negligenze nell’adempimento dei nostri doveri religiosi.

Prepariamoci, quindi, spiritualmente, in questo nostro mese di Sha’bàn, consapevoli che la Misericordia e la Grazia vengono effuse in abbondanza sui digiunanti. a ricevere con gioia il Ramaḍān venturo con il proposito di essere scrupolosi nel rispettare le regole del Digiuno, per amore di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, al Quale dobbiamo la Lode per il dono dell’Islàm, a cui non saremmo giunti, se Egli, rifulga lo splendor della sua Luce, non ci avesse guidato, e per amore del profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, la nostra infallibile guida sulla via del Paradiso, il perfetto modello di comportamento, il salvifico maestro di vita, che fu investito della missione apostolico-profetica per essere Misericordia a beneficio di tutti gli universi.

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O Ancelle e Servi del Sommamente Misericordioso,

Noi sappiamo che nulla avviene indipendentemente dal Volere di Allàh, rifulga lo Splendor della Sua Luce, il Quale dice nel Sublime Corano: «««E, certamente, vi metteremo alla prova con qualcosa della paura, della fame, della perdita di beni e di persone e di frutti. Annuncia, perciò, una buona novella ai pazienti!(155) Su coloro i quali, quando una sventura li colpisce, dicono: ‘«In verità, apparteniamo ad Allàh e, in verità, a Lui noi facciamo ritorno!»[al-bàqarah 156], scendono benedizioni e misericordia da parte del loro Signore! Quelli sono i ben guidati.(157)»»». Il virus corona, come voi sapete, ha mietuto vittime anche nella nostra Comunità per cui preghiamo Allàh di annoverare nostri defunti tra i Martiri nel Paradiso, facciamo le nostre condoglianze ai loro cari, esortandoli alla pazienza! Esortiamoci a vicenda anche noi alla pazienza e alla prudenza, secondo il nostro destino. Preghiamo, infine, Allàh di tenerci indenni «««dal male delle cose che Egli ha creato»»» e che ci guidi sul Retto Sentiero grazie agli Insegnamenti e ai Comandamenti del Sublime Corano nonché ai precetti e agli ammaestramenti del Suo Apostolo, Muhàmmad, pace e benedizione su lui. Chiedo perdono ad Allàh per me, per voi e per tutti i Musulmani. ChiedeteGLIelo anche voi! In Verità, Egli è il Clementissimo Perdonatore il Quale ama che Gli venga chiesto perdono.

Posted by: AR | March 20, 2020

KHUTBAH DEL MESE DI RÀGIAB

KHUTBAH DEL MESE DI RÀGIAB

Fratelli e sorelle nell’Islam,
as-salàmu ‘alày-kum wa ràhmatu-llàh

Oggi è il 25 del mese sacro di Ràgiab, il settimo mese dell’anno lunare [egiriano], uno dei quattro mesi sacri, già venerato dagli Arabi del periodo della giahìliyah. In questo mese le tribù della penisola araba rispettavano scrupolosamente una tregua d’armi.

In questo mese ebbe luogo un evento miracoloso, nella notte del giorno 27, l’evento a cui accenna Allàh [rifulga lo splendor della Sua Luce] nella prima àyah della Sura XII del Sublime Corano, quando dice: «««Incondivisa è la divinità di Colui, che, in una notte, fece viaggiare il suo servo dalla Sacra Moschea alla Moschea al-àqṣā – della quale abbiamo benedetto i dintorni – per mostrargli alcuni nostri segni. In verità, Egli è l’Audiente, l’Osservatore.

In questa notte è avvenuto il miracolo di  al-Isrā‹ wa l-mì‛rāǧ. Nel corso di questa notte, infatti, dal calar delle tenebre all’alba il Profeta [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria] fu protagonista di uno straordinario Miracolo dell’Onnipotenza divina: Allàh [rifulga lo splendor della Sua Luce] lo trasportò in un batter d’occhi dalla «Moschea Sacra» [della Mecca] alla «Moschea Remota» [di Gerusalemme], da cui lo fece ascendere alla Sua Presenza, riportandolo prima dell’alba alla Mecca.

In questa notte benedetta, quando il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, fu giunto alla Divina Presenza del Santissimo, ricevette il Comandamento dell’esecuzione quotidiana di cinque riti di adorazione.

L’obbedienza a questo comandamento divino è fondamentale nella vita quotidiana «del credente nella paternità divina del Sublime Corano e nella Missione apostolico-profetica di Muhàmmad [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria», perché l’esecuzione del rito d’adorazione è ciò che distingue il Musulmano e perché l’esecuzione di esso all’inizio del tempo, in cui è prescritto, ravviva la consapevolezza della propria identità islamica e preserva dalle cattive azioni e dalla trasgressione [suggestivo il paragone dell’uomo, sul corpo del quale non c’è sporcizia perché si bagna nel fiume che passa davanti a casa sua cinque volte al giorno].

L’abbandono «doloso» del rito di adorazione significa uscita dall’Islàm, perché nel giorno del rendiconto il primo articolo delle azioni, che viene preso in esame è il rito di adorazione e se l’esame è negativo sarà negativa l’infausta conseguenza.

I principali esponenti della classe dirigente meccana, ai quali il Profeta [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria] aveva raccontato il Miracolo, si rivolsero ad Abū Bàkr, che Allàh si compiaccia di lui, dicendogli in tono ironico che il Profeta [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria] aveva cercato di dar loro da bere di essere stato in una notte a Gerusalemme, da lì esser salito alla Presenza di Allàh e di aver fatto ritorno alla Mecca, prima dell’alba. Abū Bàkr, che Allàh si compiaccia di lui rispose: «Io fermamente credo che Allàh gli parla, per cui non ho difficoltà a credere che quello che egli racconta sia vero!”. Per questa sua fede il Profeta [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria] gli attribuì l’appellativo di aṣ-Ṣiddīq [il Confermatore della verità].

Durante questo mese il Profeta (che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria) frequentemente innalzava ad Allàh [rifulga lo splendor della Sua Luce] una invocazione speciale:

«« Allāhùmma,
bārik la-nā
fī Ràǧaba wa Sha’bāna
wa bàlligh-nā Ramḍān! »»

O Allah,
fa’ scendere su noi la Tua Benedizione
nei mesi di Ràgiab e Sha’bān
e facci giungere fino a Ramadàn.

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Ibn Abbās (che Allàh si compiaccia di lui e di suo padre) disse: “Ràgiab è il mese di Allah [rifulga lo splendor della Sua Luce]; Sha‛bān è il mese del Profeta [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria], Ramadan è il mese dei credenti” [o come disse].  Anas bin Mâlik (che Allàh si compiaccia di lui) riferì di aver udito dire dal Profeta [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria]: ««Nel paradiso c’è un fiume che si chiama Ràgiab, che è più bianco del latte e più morbido del miele. Se qualcuno ha osservato un giorno di digiuno durante il mese di Ràgiab, Allah estinguerà la sua sete, concedendogli di bere in questo fiume»».

Ancora, sempre da Anas bin Màlik, sappiamo che il Profeta [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria] disse: ««Nel paradiso c’è un posto che è riservato a quelli che avevano l’abitudine di digiunare durante il mese di Ràgiab»».

In questo mese dobbiamo sforzarci di liberare noi stessi da difetti e, se ne abbiamo, dobbiamo abbandonare le pratiche cattive; nel mese di Sha’bān dobbiamo dedicarci con impegno alle opere di bene; e, infine, nel mese di Ramadàn dobbiamo fare ogni sforzo per raggiungere l’eccellenza nell’onestà e nella rettitudine.

Ragiab è il mese del pentimento, Sha’ban, il mese dell’amore per Allah [rifulga lo splendor della Sua Luce] e il Suo Apostolo [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria] e Ramadan il mese dell’ avvicinamento ad Allàh [rifulga lo splendor della Sua Luce]. Ràgiab è il mese sacro (hāram), Sha’ban il mese del servizio, Ramadan il mese di benedizioni. Il Profeta [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria] disse, anche: ««Ràgiab è il mese, in cui si deve seminare; Sha’ban è il mese, in cui bisogna annaffiare e Ramadan è il mese del raccolto. Ciascuno raccoglie ciò che semina e ciascuno è ricompensato per ciò che fa»».

Fratelli e Sorelle nell’Islàm, riflettiamo sul mese di Ragiab e facciamo tesoro degli insegnamenti del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria.

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O Allàh, benedici ed abbi in gloria il Tuo Servo ed Apostolo Muhàmmad! Compiaciti dei suoi quattro successori custodi dell’ortodossia, Abu Bakr, Omar, Othmàn e Alì, compiaciti della sua Famiglia, di tutti i sui Compagni e dei loro Seguaci, e di chi segue il loro modello e la loro linea di condotta e, infine, di noi con loro in virtù della tua clemenza, della tua generosità e della tua grazia. O Allàh, dà gloria e potenza all’Islàm e ai musulmani! O Allàh crea la concordia tra i loro cuori, unifica le loro schiere, raccogli nella parola della Verità le loro diversità. O Allàh, noi ti chiediamo tutto il bene, di cui abbiamo conoscenza e di tutto quello che ignoriamo; e Ti chiediamo protezione dal male, di cui abbiamo conoscenza, e, particolarmente, in questi giorni dal coronavirus e di quello che non conosciamo; noi chiediamo il Tuo compiacimento e il Paradiso e chiediamo protezione dalla Tua riprovazione e dall’inferno. O Allàh, facilita la nostra vita, apri i nostri petti, soddisfa i nostri bisogni; non punirci per i nostri peccati, non distruggerci per quello che fanno gli stolti, proteggici dal male della corruzione – sia di quella che si vede che da quella nascosta – e tieni lontano da noi delle prove, dalle quali solo tu puoi tenerci indenni (Signor nostro, abbiamo fatto torto a noi stessi e se Tu non ci perdoni e ci usi misericordia, finiremo tra i perdenti. O Signor nostro, dacci il bene nella vita terrena e il bene nella vita futura e scampaci dal fuoco).

O servi del Sommamente Misericordioso,
Allàh ordina la giustizia, la buona condotta, di aiutare il prossimo e di proibisce le sconcezze le cose riprovevoli e l’iniquità. Ci esorta a riflettere perché siamo consapevoli; perciò rammentiamoci delle grazie, di cui Allàh, rifulga lo splendore della Sua Luce, ci ricolma e siamoGliene riconoscenti! Ricordiamoci di Lui, perché il Ricordo di Lui è ancor più grande cosa. Sappiamo, o Fratelli e Sorelle nell’Islàm, che Allàh, l’Altissimo, conosce il nostro agire. Concludo questo mio discorso, chiedendo ad Allàh, l’Altissimo di mantenermi sulla retta via e di mantenere su essa anche voi, grazie al Suo Libro Generoso. Chiedo perdono ad Allàh per me, per voi e per tutti i Musulmani. Chiedete anche voi il Suo perdono! In Verità, Egli è il Clementissimo Perdonatore.

Articolo preparato per il numero 212 del Messaggero dell’Islàm, la cui pubblicazione è temporaneamente sospesa.

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Presentazione della traduzione del Sublime Corano in collaborazione con il Comune di Segrate.

Un ringraziamento al sindaco Paolo Micheli e all’assessore Gian Luca Poldi. Un grazie speciale al prof. Massimo Campanini, Shaykh Rosario Pasquini e il dott. Alì Abu Shwaima.

Nella Città di Segrate, la località dell’Hinterland Milanese, dove ha sede il Centro Islamico di Milano e Lombardia, in via fratelli Cervi n.3, con ingresso alla prima Moschea con Cupola e Minareto in Italia, la Moschea al‑Rahman [il Sommamente Misericordioso], nella via Olgia, trovasi un’ antica cascina, la Cascina Ovi, ristrutturata dal Comune e destinata a biblioteca e sede di eventi culturali. In un ambiente al primo e unico piano, con suggestivo soffitto di legno sostenuto da robuste travi si è svolta la presentazione della Traduzione in lingua italiana dei significati del Testo del Sublime Corano eseguito dal dott. al-shàykh ‘abdu-r-Rahman Pasquini con la consulenza dogmatico-linguistica del dott. Ali Abu Shwaima, presidente del Centro Islamico di Milano e Lombardia.

L’evento ha visto la partecipazione del professor Massimo Campanini, rinomato orientalista, che negli ultimi anni ha intensificato i suoi studi coranici, cercando di proporre un approccio filosofico all’esegesi coranica cioè di uno studio del Corano in quanto libro filosofico. L’Amministrazione della Città, che ha sponsorizzato l’evento e messo a disposizione la Cascina Ovi, è stata presente nelle persone del Sindaco Paolo Micheli e dell’Assessore alla Cultura Gian Luca Poldi. Sono stati presenti il dott. Dachan, presidente onorario dell’U.Co.I.I. Il rappresentante della Rabita, il rappresentante della Associazione italiana per il Corano, i rappresentanti di numerosi Centri Islamici di Lombardia, nonché numerose sorelle e fratelli e persone interessate all’evento, data la presenza dell’illustre orientalista. Presentatore dell’evento è il fratello Sameh el-Beltagi, membro della Direzione del Centro. Dopo la perfetta recitazione salmodiata del Sublime Corano da parte di un fratello dalla voce appropriata alla solennità del Testo sacro. Il dott. Ali Abu Shwaima ha preso la parola illustrando la storia della collaborazione pluriennale da cui è risultata l’opera, tradotta direttamente dall’arabo, che è oggetto della presentazione della serata.

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E’ seguito l’intervento del prof. Campanini che ha detto che la prima traduzione del Corano da parte di un italiano è stata fatta da Ludovico Marraccio nel 1698, però in latino. Riguardo al testo della traduzione del Sublime Corano, la presentazione del quale era l’oggetto dell’evento ha detto che rispetto alle altre presentava l’originalità della segnalazione delle 30 parti in cui il testo è diviso, ai fini della sua recitazione quotidiana, in modo da completarne la lettura in un mese; ha fatto notare che mentre delle parole del testo non traslitterate, il cui significato era dato nelle note alla fine del Libro, della parola aṣ-Ṣamad, presente nella Sura al-Ikhlas non era stata dato i significato in nota [la qual cosa denota la diligenza dell’esame del testo da parte del Professore], chiedendosi il perché della omissione, ma sottolineando la difficoltà di poter dare una definizione esaustiva al termine e citando i diversi modi con cui la parola è stata tradotta da prestigiosi autori di Traduzioni.

Ha preso poi la parola l’autore della traduzione, il dott. Rosario Pasquini, al‑Shaykh ‘àbdu-r-Rahmàn, che ha illustrato il lungo percorso in più tempi della realizzazione dell’opera, dopo una lunga preparazione linguistica e dogmatica in collaborazione con il dott. Ali Abu Shwaima, che ha curato la verifica della corrispondenza dei significati, rappresentati dal testo italiano con le spiegazioni eseguite nei loro Commentari dai più quotati esegeti del Sublime Corano, i titoli delle opere dei quali sono ricordati nella presentazione dell’opera, assieme ai nomi dei loro autori. Non è mancata la risposta al perché al termine aṣ-Ṣamad, che è uno del 99 nomi di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, non è stata volutamente data la spiegazione in nota, necessitando esso di una lunga e complessa spiegazione all’interno di un quadro teologico del concetto di Tawḥīd, l’unità, unicità e unipersonalità di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, che è il pilastro fondamentale dell’Islàm. Alla fine della relazione di shaykh ‘abdu-r-Rahman sono state fatte delle domande da parte del pubblico presente e sono state date le risposte da parte del prof. Campanini e di Shaykh ‘Abdu-r-Rahman.

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E’ seguita l’offerta in omaggio del Testo con autografo agli invitati di rilievo al Sindaco e all’assessore. In fine il Centro Islamico ha offerto un rinfresco ai presenti, mentre nella sala adiacente il volume della traduzione del Sublime Corano non era in vendita, ma in omaggio, a fronte di una offerta libera con importo minimo di € 25.00 per ogni esemplare.

Molte sono state le richieste di coordinate bancarie per il versamento a mezzo bonifico, per cui esse vengono fornite qui di seguito per i lettori del Messaggero dell’Islàm.

CIN: S – ABI: 05584 – CAB: 01633
conto: 000000024112.
IBAN:
IT91 S05584 01633 000000024112
BIC: BPMIITM 1033
Intestato a:
Centro Islamico di Milano e Lombardia
via Cassanese 3 – 20129 Segrate.
Agenzia 0033 – LAMBRATE

Inviare in allegato a una e-mail – indirizzata a rosario.pasquini@fastwebnet.it – la fotocopia della ricevuta di versamento PER VELOCIZZARE LA SPEDIZIONE A MEZZO POSTA

Posted by: AR | November 6, 2015

CIMITERO – FAC SIMILE DOMANDA

Egregio Signor Sindaco,
innanzitutto La saluto elettronicamente con la massima cordialità e dopo il saluto Le mando fac simile di domanda e allegate caratteristiche del campo islamico. Ringrazio sentitamente per la Sua attenzione ai nostri problemi di settore particolare della società generale.

Ancora cordiali saluti e a presto.

Rosario Pasquini abdu r-Rahmàn

.

Nel nome di Allàh
il sommamente Misericordioso il Clementissimo

Comunità Islamica ……….

Ill.mo signor Sindaco

della Città di…………………………….

Sua Sede

Il sottoscritto XXXXXXXXXX. nella sua qualità di presidente pro tempore dell’associazione XXXXXXXXXXXX

corrente in XXXXXXXXX al civico della via ……………………,

Premesso

  • che l’Associazione dallo scrivente rappresentata è punto di riferimento della Presenza Islamica in xxxxxxxxxxxx;

  • che tra i suoi fini istitutivi c’è la realizzazione dei servizi religiosi

indispensabili alla soddisfazione delle esigenze islamiche degli appartenenti a essa e che, comunque, fanno alla medesima riferimento per il rito funeralizio di defunti musulmani

che una sentita esigenza individuale del musulmano è quella di essere sepolto secondo le norme della “legge religiosa musulmana” relative alle sepoltura, quando non vi sia un impedimento assoluto e irrimediabile, costituito da normative cimiteriali diverse;

quanto sopra premesso

rivolge istanza alla S. V Ill.ma, nella Sua veste di Primo cittadino di XXXXXXX e capo dell’Amministrazione comunale

affinché, attivando gli organi competenti (anagrafe e servizio mortuario), nell’area cimiteriale destinata alla sepoltura degli a-cattolici esistente nel Cimitero comunale, venga ricavata un’area da destinarsi a “Campo islamico” per la sepoltura dei defunti Musulmani, residenti in vita a XXXXXXXXXX.

Si confida nell’accoglimento della richiesta e si resta in attesa di convocazione per l’espletamento delle pratiche burocratiche necessarie alla realizzazione del richiesto “Campo islamico”. Alla presente si allega una informativa di illustrazione della richiesta sopra avanzata. Con doverosi ossequi.

Luogo e data…………………………

Il presidente della Comunità

………………………………

timbro e firma

Allegato A

  1. Il cimitero musulmano dovrebbe essere ubicato, preferibilmente, in una zona dell’area cimiteriale che abbia il muro perimetrale normale alla direzione Sud-sud-Est;

  2. l’area da adibire a campo islamico dovrebbe essere recintata con un muro o con una siepe;

  3. gli spazi destinati alle sepolture devono trovarsi in righe orientate a sud-sud-est in modo che il lato destro della tomba sia nella direzione della Mecca;

  4. la sepoltura deve avere carattere perpetuo, tuttavia, trascorso il tempo necessario alla completa mineralizzazione delle salme,c’è un metodo “islamico” per recuperare spazi per altre inumazioni, senza, far uscire dalla terra le spoglie mortali residue.

Gli organi preposti ai servizi cimiteriali provvederanno alla sepoltura nel campo islamico, quando insieme al certificato di morte sarà prodotto un certificato di islamicità rilasciato dalla Comunità.

Posted by: AR | December 12, 2014

Quarantunesima e ultima lezione

41

Posted by: AR | December 11, 2014

Quarantesima lezione

40

Posted by: AR | December 10, 2014

Trentanovesima lezione

39

Posted by: AR | December 9, 2014

Trentottesima lezione

38

Posted by: AR | December 8, 2014

Trentasettesima lezione

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